Un nuovo caso per Marco Donati,
scalcinato agente al servizio della causa dell’Indeterminazione. Questa volta
la missione riguarda il destino di Edoardo Gorini, consulente finanziario in
crisi che, spinto dalla disperazione e colto da un improvviso moto di estro
creativo, ha messo a segno un colpaccio che lo ha reso improvvisamente molto amato
dal suo capo, molto invidiato dai colleghi e molto, molto ricercato da un
gruppo di cinesi ai quali è riuscito ad appioppare una valanga di
titoli-spazzatura e che adesso vogliono i loro soldi o la sua pelle (per loro è
lo stesso). A contrastare i piani di Marco c’è ancora l’agguerritissima Federica
Vannetti, decisa a tutto pur di vendicare lo smacco subito nella missione
precedente e riconquistare la fiducia dei suoi capi. La lotta tra i due agenti,
però, rischia di rivelarsi inutile: sulle tracce di Edoardo, infatti, si è
messo anche il nuovo Cacciatore. Viene da un tempo e da un mondo che nessuno vuole più
ricordare, nemmeno il suo terribile mentore, Azaroth. Un tempo e un mondo di
lupi.
La vita degli uomini - di quasi tutti gli uomini - è prevista e prevedibile: non ci credereste, ma c'è chi riesce a leggerla con un margine di errore minimo. Ogni tanto, però, arriva qualcuno che sfugge alla regola, e allora le cose iniziano a farsi interessanti. E pericolose. Duepercento è un libro su quello che può(o deve) capitare a un uomo perché possa (o debba) essere libero di diventare se stesso. Anche se forse non gli converrebbe…
mercoledì 18 dicembre 2013
venerdì 13 dicembre 2013
LA PRIMA BOZZA DELLA COPERTINA DE LA LEGGE DEL LUPO
Ecco, in anteprima, la prima bozza della copertina de La legge del lupo, il secondo libro della serie Duepercento,. L'autore è, ancora una volta, Antonio Dessì, un artista conosciuto e apprezzato in Italia e all'estero per i suoi lavori nel campo dell'illustrazione e dei giochi: a chi volesse farsi un'idea della qualità del suo lavoro, suggeriamo di visitare il suo profilo su DeviantART: non se ne pentirà e scoprirà un tratto originale ed eclettico.
mercoledì 4 dicembre 2013
ADATTARSI PER RAGGIUNGERE LO SCOPO (un breve estratto di Duepercento)
“La felpa degli Iron Maiden si rivelò presto un errore tattico. Aveva
pensato che quel vecchio residuato della sua fase “selvaggia”...
mercoledì 27 novembre 2013
HANNO LETTO E HANNO SCRITTO (Bruno Elpis, Malgradopoi.it)
"È una delle eventualità più bizzarre e stranianti che
possono capitare a chi scrive qualcosa che poi viene sottoposto, per qualche
motivo, all’attenzione di un pubblico sconosciuto: ritrovarsi di fronte a
un’analisi di gran lunga più precisa e circostanziata di quella che l’autore
stesso avrebbe mai sperato di potere elaborare.
Ecco quello che mi è capitato leggendo la recensione/segnalazione
dello scrittore Bruno Elpis all’interno del sito Malgradopoi.it."
Luigi Lo Forti
Duepercento di Luigi Lo Forti è un intreccio sui generis tra fantasy
e spy-story, con qualche interessante spunto di riflessione: il tutto imbastito
dal sarcasmo dell’autore e dal suo gusto per la descrizione di situazioni sia
normali sia assurde.
Duepercento si sviluppa come una contesa “politicamente ora corretta, ora
scorretta” tra:
- due personaggi in cerca d’autore, oltre che di occupazione: Marco,
precario senza identità professionale ed esistenziale, e Federica,
super-laureata masterizzata (in senso universitario, non informatico) rampante
e ambiziosa;
- due agenzie rivali, che cercano personale: la Leir & Bag e la
Rising Star, diverse per standing e risorse; la prima assolda Marco con uno
stipendio modesto, la seconda si accaparra Federica garantendole un’ottima
retribuzione accessoriata di rimborsi spese e fringe benefit;
- due coppie di manager delle agenzie: Raffaele e la “donna dagli
occhi belli” per la Leir, Adam e Syria per la Rising;
- due cacciatori (pronuncia sicari) con i rispettivi mentori,
incaricati con regolare contratto di eliminare un bersaglio umano, rispettando
comunque una deontologia stralunata che impone regole e correttezza.
Oggetto della contesa? Udite, udite: il destino dell’umanità, che
sembra dipendere dal livello di determinazione o prevedibilità della vita
di Alessandro, un personaggio qualunque, libraio sull’orlo del fallimento,
aspirante scrittore, eternamente indeciso nei confronti della donna della quale
è innamorato.
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lunedì 25 novembre 2013
HANNO LETTO E HANNO DETTO… (Annarita Faggioni, Il piacere di scrivere)
Anche se la distribuzione è stata finora limitata ai canali
digitali, Duepercento è stato letto e recensito da diversi blogger. A loro,
oltre l’ovvio e doveroso ringraziamento da parte di autore ed editore, va anche
il dubbio ‘onore di essere citati in questa sede, non prima di avere indicato
l’indirizzo del loro blog e l’invito a visitarlo.
Cominciamo dunque con Annarita Faggioni, scrittrice,
giornalista nonché animatrice e titolare de Il piacere di scrivere, un
punto di ritrovo per “chi ama la
letteratura e la scrittura da punti di vista differenti.”
“Duepercento" non
poteva trovare critico peggiore: mai letto un thriller, per il pregiudizio
che questi testi generalmente non abbiano una forte introspezione psicologica e
si basino molto su stereotipi presi da
telefilm o da fatti di cronaca. Ho dovuto cambiare idea! Il testo si apre in maniera fintamente
banale: ci presenta un classico imbranato (questa volta laureato in Biologia, non a Lettere e
Cultura del territorio) alle prese con l'ennesimo colloquio di lavoro fallito
presso una grande agenzia e
un nuovo inizio in un McDonald's. "Duepercento" sarà per il nostro imbranato, intento a
manipolare la vita di uno scrittore di fantasy più ingenuo di lui fino all'idiozia, un modo
per scoprire la propria aspirazione alle soglie dei 40 anni (come spesso accade a molti di noi
tra un precariato e l'altro). Per il lettore, questo viaggio coinvolgente porta a riflettere su
quanto facilmente diffondiamo i nostri dati sensibili, quanto le strategie pubblicitarie e di
marketing ci rendano tutti identici, quanto cacciatori, Rising Star e Lear
& Bug (figure di contorno
del romanzo) siano in realtà la trasposizione letteraria delle nostre sofferenze e dei
nostri comportamenti quando perdiamo l'identità in favore di un must indistinto (chi ha
detto che "dobbiamo apparire" a tutti i costi?).
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giovedì 21 novembre 2013
I CACCIATORI
Come se non bastasse, esiste una terza agenzia, quella dei
Cacciatori, la più misteriosa e minacciosa, fondata da un gruppo di fuoriusciti
dall’organizzazione che cerca di riportare tutti verso la Determinazione, il
cui obiettivo è semplicemente quello di eliminare il potenziale Indeterminato.
I Cacciatori sono killer (quasi) infallibili, guidati e addestrati da mentori
misteriosi per colpire i loro bersagli e troncare così sul nascere il rischio
di ritrovarsi con un Indeterminato in più.
Nessuno, al di fuori gli agenti coinvolti nelle varie
missioni e dei loro responsabili, è a conoscenza di questo disegno sotterraneo:
del resto, la segretezza è il primo dei cardini su cui si fonda l’attività
delle tre agenzie. Per questo, sono chiamate a rispondere a un codice di
comportamento molto stretto. In particolare, ci può essere un solo Cacciatore
attivo, che ha a propria disposizione un unico colpo per portare a termine la propria
missione, mentre tutti gli agenti coinvolti godono di un’immunità che impedisce
agli altri di compiere qualunque azione diretta contro di loro.
“Quindi, c’è gente in giro armata che dà la
caccia ad Alessandro.”
“Non è detto, i cacciatori non si attivano
sempre. Ma è possibile, sì. Probabile,
direi.”
Marco e Raffaele si guardarono a lungo. Poi,
quasi contemporaneamente, presero in mano il loro bicchiere e bevvero
un lungo sorso.
“E questi… cacciatori, chi li paga?”
“Sono inviati da agenzie come le nostre.”
“La Leir & Bag e la Rising Star?”
“Sì.”
“Ma
noi non uccidiamo la gente… vero?”
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mercoledì 20 novembre 2013
LA POSTA IN PALIO
Perché esistono le agenzie? Perché si danno tanto da fare per portare gli uomini da una parte o dall'altra del confine tra Determinazione e Indeterminazione? Qual è lo scopo finale?
Raphael ha una risposta per tutto. Lui sa tutto. Ma allora, se sa tutto, perché ha comprato un lettore HD-DVD?
“E questo è tutto?”
“Questo è tutto.”
“Un’equazione a più variabili applicata alla
vita di un essere umano permette di prevederne il comportamento e le
decisioni?”
“Con un margine…”
“Sì, ho capito, con un margine di errore
minimo del 2%.”
“Esatto. Se ci pensa bene, non è poi così
strano, no?”
Marco rifletté a lungo, prima di rispondere.
“No, non lo è. Ed è questo che è strano.
Perché non è strano. Non so se mi spiego.”
“Perfettamente.”
“Non è che non sia chiaro. Perché lo è,
davvero. Solo, non dovrebbe esserlo. Ma lo è. Questo è strano. Davvero.”
“Sì, suppongo lo sia.”
“Adesso, vi aspetterete le mie domande.”
“Certo. Naturale. Spari.”
“Come mi avete spiegato, i dati che
raccogliete vengono inseriti in una equazione a più variabili, che permette di
disegnare una curva con la quale potere prevedere l’andamento dell’esistenza
della persona a cui si riferisce. Chi ha inventatola formula? Quali sono queste
variabili? Perché nessuno ne sa niente?”
martedì 19 novembre 2013
SANNO (QUASI) TUTTO DI NOI...
“Cerchi
di pensare a come si svolge la sua giornata, signor Donati” attaccò l’uomo, allungandosi sulla sua sedia, mentre
la donna si appoggiava alla scrivania.
“Mi sa dire quante volte utilizza Internet, servendosi di un suo account personale?”
Marco cercò di calcolarle: la mattina a casa, poi nella redazione con cui collaborava, oppure a scuola, quando aveva lezione, poi ancora una volta a casa, all’ora di cena, e l’ultima, appena prima di spegnere il computer. Tutto ciò, senza contare il fatto che, attendendo qualche risposta alla sua candidatura a uno dei soliti annunci di lavoro online a cui si ostinava a dare credito, apriva e chiudeva la sua casella di posta almeno una volta ogni mezz’ora.
“In media, direi sei o sette” rispose alla fine, sottacendo il fatto che le ore di navigazione, per lavoro o diporto, erano almeno otto al giorno.
“Quanti siti visita, in media?” incalzò il suo interlocutore.
A quella domanda, non avrebbe davvero saputo rispondere con precisione, ma gli bastò fare una velocissima ricognizione mentale per contare almeno dieci indirizzi che consultava quotidianamente. Si tenne basso e rispose: “Venti.”
“E quante tessere utilizza?
“Mi sa dire quante volte utilizza Internet, servendosi di un suo account personale?”
Marco cercò di calcolarle: la mattina a casa, poi nella redazione con cui collaborava, oppure a scuola, quando aveva lezione, poi ancora una volta a casa, all’ora di cena, e l’ultima, appena prima di spegnere il computer. Tutto ciò, senza contare il fatto che, attendendo qualche risposta alla sua candidatura a uno dei soliti annunci di lavoro online a cui si ostinava a dare credito, apriva e chiudeva la sua casella di posta almeno una volta ogni mezz’ora.
“In media, direi sei o sette” rispose alla fine, sottacendo il fatto che le ore di navigazione, per lavoro o diporto, erano almeno otto al giorno.
“Quanti siti visita, in media?” incalzò il suo interlocutore.
A quella domanda, non avrebbe davvero saputo rispondere con precisione, ma gli bastò fare una velocissima ricognizione mentale per contare almeno dieci indirizzi che consultava quotidianamente. Si tenne basso e rispose: “Venti.”
“E quante tessere utilizza?
“A cosa si riferisce, esattamente?”
lunedì 18 novembre 2013
DI LIBERTÀ, DETERMINAZIONE E ALTRE QUISQUILIE
L’uomo è realmente libero nelle sue decisioni? La domanda
non è certo nuova, evidentemente, ma questa volta c’è chi ha la riposta. È
Raphael, l’enigmatico capo della Leir & Bag, che spiega a Marco che le due
agenzie, nel corso della loro lunga (molto lunga…) attività, hanno messo a
punto un sistema che sa collegare e incrociare i dati provenienti dai server di
tutto il mondo, da quelli che registrano le transazioni delle carte di credito
e di debito alle comuni tessere fedeltà dei supermercati, passando per gli
abbonamenti ferroviari e le immagini riprese dalle telecamere ambientali. Utilizzando
una serie di tecnologie estremamente avanzate e applicando un algoritmo tanto
complesso quanto antico, il sistema è in grado di prevedere il comportamento di
chiunque con un’approssimazione teorica minima del 2%. In alcuni rari casi,
però, l’indice schizza verso valori più alti e, una volta superato il 15%, il
suo trend diventa irreversibile: da quel momento, il soggetto sfugge al sistema e diventa un Indeterminato. non
sarà più possibile abbassare l’indice.
“Vede, caro Marco” cominciò a spiegare
l’uomo, senza alzare il suo sguardo dalla tazza e cominciando a mescolare il
nero liquido che essa conteneva, “per prevedere qualunque evento, il problema
non è sapere leggere il futuro: quello, ormai, non lo sa fare quasi nessuno.”
Marco registrò e archivio l’ ‘ormai’ e il
‘quasi’.
“No” riprese l’uomo, smettendo di muovere il
cucchiaino e osservando il vortice che si era creato nel caffè. “Il problema è
conoscere il passato.”
giovedì 14 novembre 2013
IL MONDO DI DUEPERCENTO
In una Milano che più Milano di così non si può, Marco Donati se la cava come tutti i quarantenni, cioè male: è un precario lavorativo ed esistenziale, e la sua ricerca di stabilità si è fatta negli anni più formale che altro. Per un quarantenne con tanto di laurea (datata ‘94 ma come nuova, mai usata), con un mediocre futuro dietro le spalle, rispondere a un’inserzione di lavoro è diventato un hobby come un altro. Per questo, quando un giorno qualunque si ritrova a essere invitato a sostenere ben due colloqui, non può non pensare che ci sia qualcosa di strano. Infatti, qualcosa di strano c’è davvero.
Senza saperlo, infatti, Marco è capitato nel mezzo di una delle più antiche rivalità del mondo: la Leir & Bag e la Rising Star, le due agenzie che lo vogliono assumere, sono coinvolte in una lotta che ha a che fare nientemeno che con il destino ultimo dell’Umanità e con la fine del Mondo prossima ventura. In ogni caso, a scanso di equivoci, entrambe versano i contributi per la pensione: non si sa mai, metti che l’Armageddon ritardi…
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